mercoledì 24 giugno 2015

Folk Bottom vol.34 (2°st) - Jenny Sorrenti: venti del Nord nell'Aria Mediterranea


Folk Bottom
Domenica 28 Giugno 2015
ore 15.30 - 16.30

La voce della cantante Jenny Sorrenti è stata, a partire dalla metà degli anni Settanta, interprete unica del folk-progressivo italiano di più sentita ricerca. Di origini napoletane e gallesi la Sorrenti lega la sua fama innanzitutto per essere stata tra le figure di spicco di quel movimento del "Naples Power" che annoverava formazioni quali la Napoli Centrale di James Senese e gli Osanna di Lino Vairetti, come anche artisti del calibro del fratello Alan Sorrenti, Tony Esposito, Eduardo Bennato o Luciano Cilio. E' nel contesto di quel fervido periodo di sperimentazione sonora, che puntava a fondere le radici culturali dell'aria partenopea-mediterranea con le influenze musicali del jazz e del progressive di derivazione anglo-americana, che la Sorrenti da vita all'indimenticabile esperienza dei Saint Just che nasce come trio insieme a Robert Fix al sax e Tony Verde alle chitarre e al basso. Come non ricordare ancora oggi quei magici preziosismi classicheggianti imbevuti di umori jazzistici e folk-psichedelici che emergevano da brani come "Il fiume inondò", "Il risveglio" o "Triste poeta di corte", contenuti nell'omonimo Saint Just del 1973, a cui farà seguito uno dei massimi capolavori del progressive italiano, quel La Casa Del Lago del 1974 che conteneva altre perle come "Tristana" e "Nella Vita Un Pianto"?. Del resto già da queste prime illuminazioni risultavano chiare le capacità e volontà abbastanza rare a quell'epoca in Italia di sublimare il "calore del canto mediterraneo in un certo pathos tipicamente nordico" di cui furono grandi interpreti nell'ambito del folk britannico muse come Sandy Denny, Maddy Prior, June Tabor o Shirley Collins.
Un primo passaggio significativo della carriera solista di Jenny è sancito dall'album Suspiro del 1976, un lavoro che confermava l'indirizzo musicale d'avanguardia degli albori progressivi ed impreziosito negli arrangiamenti dalla colloborazione di Pino Daniele, Lucio Fabbri e Peter Kaukonen. Dopo l'omonimo del 1979, registrato in compagnia di altri musicisti noti della scena partenopea come Agostino Marangolo, Enzo Avitabile e Eugenio Bennato, e che conteneva un suggestivo duetto con Francesco de Gregori nel brano "Lampo (oppure mare, oppure cielo, oppure sole)", la Sorrenti per tutti gli anni Ottanta e Novanta si ritirerà dalle scene musicali, o quantomeno da quelle della produzione discografica, per condurre un'intensa ricerca sulle tradizioni musicali medievali e celtiche. L'esito felice di questo suo percorso di ricerca è l'album Medieval Zone del 2001 dove, accanto a sue toccanti composizioni come "Mio Caro Amore"  e "Luna di Speranza", emergono originali rivisitazioni di brani della tradizione medievale francese ("La belle se sit"), sefardita ("El rey de francia") e dell'irlanda del sud ("The Leaboy's Lassie"). A risaltare sono soprattutto la poetica raffinata e profonda che fa da sfondo ("...Medieval Zone è una zona protetta del nostro immaginario individuale, inviolabile perché remota e comune, irrinunciabile perché fatta di pace e memoria, di armonia e stupore...") mentre le doti vocali della cantante napoletana virano verso uno sperimentalismo linguistico che ben si sposa con gli intrecci sonori creati da arpa, chitarre, mandola e percussioni, nel tentativo ben riuscito di coniugare le atmosfere dell'aria mediterranea con il mondo celtico dell'Irlanda e della Galizia. 
Un medesimo indirizzo di ricerca musicale è perseguito nel successivo Com'è e' Grande Enfermidade del 2004, album dedicato alla memoria del marito Umberto Telesco, storico fotografo e grafico che aveva immortalato eventi e personaggi di quel citato "Naples Power" realizzando anche alcune significative copertine di dischi. In virtù di questa perdita ricorrono fortemente in questo lavoro i temi della tristezza, dell'amore, della solitudine e della malinconia che vengono sorretti però da un segreto anelito alla rinascita e alla gioia, un inno di speranza e di autencità del reale che si alza dalle note di brani come "La Pazienza" (Aprire gli occhi si deve, Liberare il sole si deve Mandare via il dolore...) o "Non si vede e c'è". Se i contenuti musicali non si distaccano molto dal lavoro precedente si arrichiscono però dall'incontro con il percussionista Marcello Vento (già negli Albero Motore e nel Canzoniere Del Lazio) mentre la voce d'angelo ed eterea prosegue libera sui sentieri di antichi idiomi differenti dall'ebraico di "Erev Shel Shoshanim" alle miscele siciliane-napoletane di "Angelu Dell'Ammuri", come del resto nell'incipit "Galiziano-Portoghese". Il sodalizio artistico ed umano con Marcello Vento darà poi vita anche all'album Burattina del 2009, ulteriore approdo di questo personale percorso a cavallo tra antico e moderno, secondo i canoni di una musica d'autore che accosta la Sorrenti ad altri grandi interpreti della ricerca colta d'ascendenza mediterranea come la greca Savina Yannatou e l'ensemble Primavera En Salonico o il collettivo del L'Arpeggiata guidato dall'arpista svizzera Christina Pluhar.


Scaletta

Suspiro (da Suspiro - 1976)
Il Risveglio (da Saint Just - 1973)
La Casa Del Lago (da La Casa Del Lago - 1974)
Nella Notte L'addio (da Suspiro - 1976)
El Rey De Francia (da Medieval Zone - 2001)
Luna di Speranza (da Medieval Zone - 2001)
La Pazienza (da Com'è Grande Enfermidade - 2004)
Non Si vede e C'è (da Com'è Grande Enfermidade - 2004)
Nessuno è più forte di chi non ha più nulla da perdere
(da Burattina - 2009)


(a cura di Andrea Maria Simoniello)