Folk Bottom dialoga con Davide Domenichini, già membro attivo della band degli Al Doum & The Faryds, nonché fondatore dell’etichetta discografica milanese della Black Sweat Records,
che si distingue nel panorama musicale italiano per un’estetica ben
riconoscibile di ricerca storico-culturale orientata alla valorizzazione
e al recupero di musiche decisamente sperimentali e non convenzionali.
In questo ideale viaggio verso nuovi paesaggi sonori, oltre alla
pubblicazione di musicisti contemporanei, l’etichetta ha individuato
nella possibilità della ristampa il giusto metodo per riportare o
ridonare nuova luce a lavori emblematici del passato che sembravano da
tempo caduti nella sfera del “misconosciuto” o
apprezzati dal consueto circolo degli appassionati di nicchia. La scelta
artistica condotta da Domenichini si caratterizza per un ventaglio
ricco di proposte che spaziano dalle pionieristiche esplorazioni con
strumentazioni analogiche degli anni Quaranta e Cinquanta,
dall’elettronica d’avanguardia degli anni Settanta e Ottanta fino alle
deviazioni psichedeliche più recenti, trovando anche un gusto tutto
particolare per certi aspetti più ibridi delle contaminazioni etniche ed
esotiche.
Fin da subito, a partire dalla primissima ristampa nel 2012 dello storico Eden’s Island di Eden Ahbez del 1960, il catalogo della Black Sweat Records appare come uno scrigno prezioso pieno di meraviglie e suggestioni musicali; troviamo così i lavori minimalisti di J.D Emmanuel, le architetture elettro-naturaliste di Ariel Kalma con il celebre Osmose del 1978, le psicogeografie per sintetizzatori del polacco Piotr Kurek, le meditazioni orientali di Don Robertson fino ad arrivare alle incarnazioni più “kraut” dei teutonici Embryo e Metabolismus.
Nell’ambito della sperimentazione italiana, accanto alle uscite
relative al combo degli Al Doum & The Faryds (come nell’ultimo
splendido Cosmic Love del 2014), vanno annoverati l’eclettismo di un
outsider come Piero Umiliani, la ristampa dello storico Futuro Antico: dai primitivi all’elettronica del trio Maioli-Sinigaglia-Dabiré e il talento chitarristico di Maurizio Abate, tanto nel progetto Eternal Zio, come nel recentissimo Loneliness Desire And Revenge del 2015.
Scaletta del 22 novembre 2015
The Jungle Chase - 1959
Market Place/ Myna Bird - 1960
Cosmic Love/Naturism - 2014
Isis Unveiled - 1980
Pagnifico - 1982
Sinikorò Kumà - 1980
Maurizio Abate - In My Heart For A While - 2015
(a cura di Andrea Maria Simoniello)