lunedì 28 ottobre 2013

An introduction to Robbie Basho


Quello della chitarra folk solista è un'arte sublime e raffinata che in pochi, nel corso della storia della popular music, sono riusciti ad esplorarne le infinite possibilità espressive e le più misteriose sfumature. Quando si parla di una personalità come Robbie Basho bisognerebbe trattenere il respiro, evitare di voler riferire qualcosa di significativo sulla sua opera, quasi come se fosse possibile coglierne l'intero significato. L'arte di Basho è innanzitutto priva di significati certi e codificabili, poichè talmente profondi da relegare al solo ascolto la possibilità di approdare nel mondo nascosto di intime impressioni individuali. La sua musica è dunque di natura organica nel senso che non rispetta forme prestabilite ma s'insinua nel flusso cosmico e dinamico delle cose. Breve ma essenziale risulta essere la piccola biografia di Basho inserita nell'Enciclopedia Rock anni'60 curata da Riccardo Bertoncelli ed edita per Arcana nel 1998 : "Personaggio unico nel panorama musicale degli ultimi anni, Robbie Basho è uno dei maggiori virtuosi di chitarra acustica e autore di composizioni che riflettano singolari interessi filosofici e spirituali. Robert Robinson (n. 1941- m. 1986, USA) si fa notare nei circuiti folk di Berkeley intorno alla metà dei '60, con uno stile composito in cui elementi di blues, folk e cajun si incrociano con raga indiani, flamenco, musica giapponese, cinese e classica europea. Non vi sono notizie precise su come e quando l'artista abbia maturato una cultura tanto varia; curioso e inspiegabile appare anche lo stile vocale, enfatico e tenorile, che sfrutta doti naturali non comuni. Quando Robinson, incoraggiato da John Fahey, nell'estate 1965 inizia a registrare per la Takoma, si fa già chiamare Basho, pare in onore di un antico poeta giapponese. The Seal Of The Blue Lotus e The Grail And The Lotus sono dischi esclusivamente strumentali, caratterizzati da lunghi brani e improvvisazioni di furibonda creatività; Basho Sings, frutto dei primi giorni d'incisione ma pubblicato solo nel 1967, è invece una raccolta di canzoni in forma di musica popolare. La maturazione di Basho è evidente con il successivo lavoro pubblicato in due volumi, Falconer's Arm vol. 1 e 2; è quasi musica sinfonica per chitarra, con sapienti inserti vocali. Dopo due anni di silenzio, Basho all'inizio dei '70 crea i suoi capolavori, Venus In Cancer e Song Of The Stallion, opere di grande poesia sorrette da una tecnica abbagliante. Poi passa alla Vanguard per due album che denetono una certa involuzione; The Voice Of The Eagle, prevalentemente cantato, è una celebrazione degli indiani d'America (argomento ripreso poi in Rainbow Thunder Songs Of The American West), mentre Zarthus vede l'artista cimentarsi al piano per tutta la seconda facciata. A quel punto Basho sparisce per quasi quattro anni, probabilmente impiegati a girovagare (si dice in Tibet) ampliando le proprie conoscenze. Solo nel 1978 ritorna ai dischi, grazie alla Windham Hill di William Ackerman; frutto della rentrée è Visions Of The Country, il lavoro migliore dell'ultimo periodo. Negli anni seguenti Basho continua a produrre buona musica su album e cassette senza curarsi di mode e tendenze commerciali, nonostante la non facile situazione finanziaria. Muore di cancro nel marzo 1986."
A queste informazioni potremmo aggiungere dicendo che l'interesse dei raga indiani venne a Basho dall'incontro con la musica di Ravi Shankar e di Ali Akbar Khan, mentre il poeta giapponese a cui si fa riferimento dovrebbe essere identificato in Matsuo Basho, vissuto tra il 1644 e 1694 e considerato tra i massimi maestri della poesia haiku.
Di certo Basho, insieme al citato amico John Fahey, "è il musicista folk che più consciamente ha saputo astrarre e universalizzare lo spirito trascendente dei raga, trasferirlo nell'infinito delle grandi praterie e delle verdi colline americane, sposarlo al respiro della natura vergine e selvaggia (The History of Rock Music by Piero Scaruffi)".

DISCOGRAFIA

The Seal Of The Blue Lotus 1965
The Grail And The Lotus 1966
Basho Sings! 1967
The Falconer's Arm Vol. 1 1967

The Falconer's Arm Vol.2 1967
Venus In Cancer 1970
Song Of The Stallion 1971
Zarthus 1974
The Voice Of The Eagle 1972
Visions Of The Country 1978
Visions Of The Country 1978
Twilight Peaks 1985



(a cura di Andrea Maria Simoniello)















domenica 27 ottobre 2013

Folk Bottom vol.4 - Cinema underground tra '60 e '70



Scaletta del 27 ottobre 2013

Chappaqua/Sweet Russell - 1966
 
 (Holy Modal Rounders)
If You Want To Be A Bird
1969
 
 Jerry Garcia - Love Scene - 1970

Bruce Langhorne - Ending - 1971

Fleance/Groom's Dance 
1972

Ghetto Raga - 1969
(Werner Herzog - Fata Morgana - 1971)

Paul Giovanni
Willow's Song
1973

Popol Vuh - Theme - 1974

Nine Feet Over The Tarmac (instrumental)
(Wim Wenders - Nel Corso Del tempo)
1976-2002


(a cura di Andrea Maria Simoniello)








sabato 26 ottobre 2013

Musique chez Blind Spot

Neptune - Improv & Collaboration 2007 

Blind Spot è semplicemente il posto ideale per ogni buon amante di qualsiasi sperimentazione e manomissione sonora... un negozio di vinili dietro Place De La République a Rennes, in Bretagna...un luogo piccolo nelle dimensioni ma grande e notevole nei contenuti... tutti orientati verso una ricerca musicale proiettata verso il futuro ma con inevitabili sguardi verso il passato... La selezione del materiale è accuratissima...passando dall'ambient-drone, al noise, alla musica concreta, al post-rock, all'improvvisazione astratta e industrial, al free-jazz, al krautrock...senza tralasciare le novità in ambito new sounds...dalla techno all'hip pop. Difficile trovare qualcosa di commerciale e se c'è è nella sezione "prezzo libero" (ovvero anche 50centesimi) come del resto ci s'imbatte anche in rarità nell'ambito folk-world o afro-funky. Bisognerebbe subito chiedersi (e il lettore subito lo farebbe) perchè parlare di un "negozietto" del genere, nel quale probabilmente non si metterà mai piede per tutta la vita...tanto più quando si tratti di un negozio d'oltralpe...non diverso dai tanti esistenti in tutta Europa. Le valide risposte al quesito potrebbero essere due...una che vede nel catalogo di Blind Spot (consultabile alla voce Les Angles Morts su Discogs...che tra l'altro ospita solo una piccola parte del grande ventaglio di proposte), al di là di qualsiasi possibilità economica nell'acquisto, un prezioso punto di riferimento per scoprire cose decisamente interessanti in un panorama musicale sempre più vasto e ricco di novità oscillanti tra il vecchio e il nuovo...ed una seconda che parte dalla volontà di suggerire e proporre alcuni ascolti in maniera diversa, partendo dall'esperienza personale di qualcuno che, come chi scrive, si recava in quel luogo durante freddi e piovosi pomeriggi bretoni. I gestori del negozio sono Pierre e Fred, due tipi che di musica ne sanno davvero tanto... Pierre più silenzioso in una tipica veste di "compostezza nordica" crea sempre l'atmosfera giusta nell'ambiente selezionando le novità...Fred più energico ed espansivo, pronto all'orientamento e a soddisfare curiosità... Come quando mi chiese se conoscevo Arrington De Dionyso...che davvero mi suonava nuovo...in realtà era il geniale cantante-sassofonista degli Old Time Relijun di cui conoscevo solo il bellissimo Catharsis in Crisis del 2007, dove Arrington cantava addirittura in italiano nel brano folle di "Veleno Mortale". "Il a fait un nouveau album de rock-shamanique"...disse Fred...alchè lo volli immediatamente ascoltare quasi percependo che sarebbe stato una bella rivelazione. Nell'alchemico Malaikat Dan Singa del 2009 Dioniso interpreta William Blake in lingua indonesiana...e questo già basterebbe come elemento per coglierne la portata di estremità sonora...resa densa dai tappeti mantrici del suo sax e da percussioni martellanti. Dionyso è inoltre un disegnatore dallo stile molto personale...ammirabile nelle copertine da lui stesso realizzate. L'altra chicca scoperta grazie a Fred furono invece i francesi Glen Or Glenda, originari di Bordeaux, una città con un'ottima scena musicale; l'album Le Contrebande Des Mouches del 2005 contiene solamente due tracce lunghe di largo respiro improvvisativo, tra post-rock , free-jazz e avanguardia, memori della lezione degli Henry Cow e con fiati e sintetizzatori in bella mostra, che ricamano un disco originalissimo che però è di difficile reperimento anche sul web. Nell'ambito del post-rock canadese sono molto validi anche i Fly Pan Am, sicuramente tra le band più significative della scena d’oltreoceano accanto ai maestri Godspeed You ! Black Emperor e A Silver Mt Zion o agli Hangedup, specie con l'omonimo del 1999 e N'ecoutez pas del 2004. Open City e Neptune invece, entrambi americani, rispettivamente di Los Angeles e Boston sono dediti ad un puro rumorismo noise-ambient, di stampo specialmente chitarristico. Gli Open City prediligono maggiormente la distensione e il flusso della materia sonora, rarefatta nell'omonimo del 1999, ma il discorso non cambia neanche nei successivi L.A. We Revise Your Neglect del 2002 e Birth Of Cruel del 2003, anch'essi come il primo molto godibili ma abbastanza introvabili. Più semplice imbattersi nei lavori del collettivo dei Neptune, che fieri anche di una ricca strumentazione auto-prodotta si sono consacrati con l'ultimo Gong Lake del 2008, caratterizzato da dinamiche più frammentate e spigolose rispetto a quelle degli Open City, che forse giungono all'apoteosi suggestiva di Improv & Collaboration del 2007 (noto anche come senza titolo), in vinile colorato arancione e racchiuso in una splendida copertina floreale. In ambito noise però sono caldamente consigliati gli svedesi Skull Defekts... Ricordo che entrai una volta fracido nel negozio e scorreva sul piatto una sorta di fruscio vorticoso misto al rumore di un elicottero (almeno così sembrava di primo impatto)... Era una traccia del doppio The Temple del 2009 che tra tutti forse è il disco che meglio illumina la vena sperimentale degli Skull Defekt, in bilico tra noise classico e ambient a base di synth e feedback. Sempre in aria scandinava sono formidabili i finlandesi Kemialliset Ystävät, figli della migliore musica alternativa nordica che vanta molteplici formazioni decisamente "avanti" (sulla scia degli alfieri Mum) sempre oscillanti tra atmosfere soffuse, vocalizzi angelici e neo-strumetazioni di varietà timbrica infinita. I Kemialliset Ystävät sono attivi dalla fine degli anni '90 con un attività discografica regolare, nella quale Alkuhärkä del 2004 è sicuramente un ottimo punto d'inizio per qualsiasi psiconauta che voglia navigare nella loro spiritualità. Sempre in tema di folk-rock arcano bisognerebbe ascoltare l'immenso omonimo del 2009 dei Sylvester Anfang II, di provienenza belga, non distanti dalle atmosfere oniriche e funeree a cui ci hanno abituato formazioni come i Six Organs Of Admittance nel loro splendido Luminous Night dello stesso anno come nei precedenti lavori. Grazie a Blind Spot vengo anche a conoscenza di quella che ben potrebbe essere considerata la formazione tedesca più originale dell'ultimo decennio, ovvero i Kammerflimmer Kollektief, con il loro personalissimo ibrido di free-jazz, elettronica ed improvvisazione libera... L'ascolto di Absencen del 2005 mentre nella strada scendeva lenta la pioggia..fu rivelatorio...ma solo come preludio alle altre esperienze cosmiche di Hysteria del 2001, Cicadidae del 2003 o Jinx del 2007. Nella sezione jazz-funky di Blind Spot ci sono poi delle stampe incredibili di Sun Ra, Steve Reid, Charles Mingus e dell'etiope Mulatu Astatke...ma la mia attenzione cadeva sulla copertina di Out There (2007) degli Heliocentrics, un ensemble trainante di jazz-funky psichedelico, fautori di una ritmica travolgente che trova maturità piena anche nei toni più esotici di Inspiration Information del 2003, realizzato in collaborazione proprio con il "mago" dello xilofono africano Mulatu. E prima di salutare Fred e Pierre per l'ultima volta...m'imbatto anche nella migliore sperimentazione italiana...come un miraggio vedo davanti a me Different Shades Of Blue del 2005 dei My Cat Is An Alien, alias Maurizio e Roberto Opalio...un disco non facile da trovare per le copie limitate, una performance totalmente improvvisata il 12 febbraio del 2004 al MCIAA's Space Room di Torino, che con la sua sottile miscela di glissandi chitarristici, xylophoni e percussioni nonché effetti e giocattoli vari, emerge cristallino nella vasta lista di progetti del duo torinese, in primis le collaborazioni con Lee Ranaldo, Thurston Moore dei Sonic Youth e Jim O'Rourke nella serie From The Earth To The Spheres in sei volumi, come anche quelle con il sassofonista Mat Gustaffson e Christian Marclay. Il quadro polimaterico utilizzato per la copertina è dello stesso Roberto Opalio ed è in perfetta sintonia con le atmosfere galattiche ed informali contenute nel disco, tra le migliori della drone minimalista europea.D'altronde la caratteristica principale delle formazioni oggetto di questo articolo sembra proprio essere una peculiare attenzione artistica verso le copertine, che si presentano così in una magnifica e raffinata veste grafica, pittorica o fotografica, tra esplorazioni ottico-ipnotiche, illustrazione fantastica e immagini d'inquietudine surrealista.

 (a cura di Andrea Maria Simoniello)

Discografia

Arrington De Dionyso
I See Beyond The Black Sun 2008
Malakait Dan Singa 2009
Suara Naga 2011
Chatarsis In Crisis (with Old Time Relijun) 2007

 Glen Or Glenda
 Le Contrabande De Mouches 2005

 Fly Pan Am 
 Fly Pan Am 1999
Ceux qui inventent n'ont jamais vécu (?) 2002
N'ecoutez pas 2004

 Open City 
Open City 1999
L.A We Revise Your Neglect 2002
Birth Of Cruel 2003 

 Neptune 
 Patterns 2006
Improv & Collaboration 2007
Gong Lake 2008

 The Skull Defekts
 Blood Spirits & Drums Are Singing 2007
The Drone Drug 2008
The Temple 2009
Skulls CM von Hausswolff & The Sons of God Descending the Silver River of the DFX 2010
Peer Amid 2011

 Kemialliset Ystävät
 Alkuhärkä 2004
Kemialliset Ystävät 2007
Ullakkopalo 2010

 Sylvester Anfang II
Sylvester Anfang II 2009

 Six Organs Of Admittance
Six Organs Of Admittance 1998
Dust & Chimes 2000
For Octavio Paz 2003
The Sun Awakens 2006
Shelter From The Ash 2007
Luminous Night 2009

Kammerflimmer Kollektief
Hysteria 2001
Cicadidae 2003
Absencen 2005
Jinx 2007
Wilding 2010

The Heliocentrics
Out There 2007
Inspiration Information (with Mulatu Astatke) 2009

My Cat Is An Alien
Landscapes of an Electric City 1999
Different Shades Of Blue 2005
Through the Reflex of the Rain 2005
From the Earth to the Spheres Vol. 1,3,5,6 2004-2006
Cosmic Light of the Third Millennium 2006


 COVER ART

 
Arrington De Dionyso - I See Beyond The Black Sun 2008

 Arrington De Dionyso - Malaikat Dan Singa 2009

 Glen Or Glenda - Le Contrebande De Mouches 2005

 Fly Pan Am - Ceux qui inventent n'ont jamais vécu (?) 2002

 Neptune - Gong Lake 2008

 Open City - Open City 1999

 Open City - L.A. We Revise Your Neglect 2002

 Open City - The Birth Of Cruel 2003

The Skull Defekts - Blood Spirits & Drums Are Singing 2007

 The Skull Defekts - Peer Amid 2011

 The Skull Defekts - The Temple 2009

 The Skull DefektsSkulls CM von Hausswolff & The Sons of God Descending the Silver River of the DFX 2010

 Kemialliset Ystävät - Kemialliset Ystävät 2007

 Kemialliset Ystävät - Alkuhärkä 2004

 Sylvester Anfang II - Sylvester Anfang II 2009

 Six Organs Of Admittance - The Sun Awakens 2006

Six Organs Of Admittance - Luminous Night 2009

 Kammerflimmer Kollektief - Cicadidae 2003

 
 Kammerflimmer Kollektief - Absencen 2005

 The Heliocentrics - Out There 2007

 My Cat Is An Alien - Different Shades Of Blue 2005

 My Cat Is An Alien - Cosmic Light of the Third Millennium 2006

My Cat Is An Alien - From The Earth To The Spheres vol.3 2005

 




venerdì 25 ottobre 2013

Notes From Switzerland Underground


La scena rock svizzera degli anni Settanta non fu per nulla ricca di sfumature e innovativa come quella delle confinanti Francia, Germania o Italia, e per transività , non ebbe neppure il fervore del contesto svedese e inglese. Probabilmente anche la scena rock della penisola balcanica, nonostante il perdurare del regime sovietico, ebbe un maggior ventaglio di proposte musicali, per quanto non sempre di elevata qualità e comunque non di raro strettamente dipendenti dai modelli anglo-sassoni, nonché bloccate nell’esigenza primaria di esprimere in maniera più diretta ed efficace la necessità di una riforma sociale sempre più invocata dalle masse popolari. La sua posizione geografica poneva però la Svizzera facilmente vicina all’orbita teutonica del novello krautrock e della Kosmische Musik dove Amon Duul II, Popol Vuh, Tangerine Dream, Faust, Can,Ash Ra Tempel, Klaus Schulze, Kluster e Kraftwerk ne avrebbero concepito i momenti più emozionanti ed esplorativi, lontani miglia da qualsiasi referente col reale concreto e palpabile, delegando esclusivamente alla mente il potere di sondare nuovi mondi invisibili dove poter colonizzare lo spazio di un necessario ed infinito percorso di redenzione spirituale. L’immaginario musicale dei Brainticket, formazione svizzera, ma guidata dal belga Joel Vandroogenbroeck, rispondeva efficacemente a questa priorità esistenziale d’anelito verso un nuovo cosmo psicologico… già manifestatasi nel primo album Cottonwood Hill del 1971. Qui il flauto orientalizzante di Vandroogenbroeck scandisce i tempi e dialoga magicamente con la spasmodica e riverberata voce femminile nel brano Places Of Light… Ma l’apoteosi assoluta è già raggiunta nella suite Brainticket suddivisa in tre sezioni…Lo schema ricalca lo stesso motivo d’organo e di percussioni per 26 minuti, sul quale vengono ricamamati come in una minuziosa tela di Penelope una miriade di suoni naturali e artificiali…un concerto di musica concreta di rara inventiva…mentre la performance vocale di Dawn Muir è agghiacciante…urla…gemita…gode…il suo respiro è affannoso…è semplicemente la preda di un orgasmo totale…nel rituale indigeno di una oscura psichedelia erotica. L’idea di base dei Brainticket è quella di fondere i suoni elettronici con le variegate sonorità esotiche, come si evince più esplicitamente nel secondo Psychonaut del 1972, dove il flauto fa sempre da padrone e Ragaduca e Coc’O Mary sono due esempi altissimi della padronanza stilistica dei Brainticket che suggellano poi il loro testamento artistico nel concept mitologico egiziano di Celestial Ocean del 1974, con una musica ancora più flussuosa, con magici inserti di percussività elettronica tribale dispersi in vortici cristallini di cori dalla provienenza sconosciuta. Con Celestial Ocean il viaggio nell’Io più profondo raggiunge un punto di non ritorno…la terra è ormai lontana e il rito iniziatico ispirato al libro egiziano dei morti ha prodotto il suo indelebile e teraupetico effetto. I successivi Adventure del 1980 e Voyage del 1982 proseguono del resto sugli stessi sentieri galattici, immortalando il sound lisergico ed allucinogeno dei Brainticket nell’empireo supremo della Kosmische Musik europea. Anche i dischi solisti di Vandroogenbroeck sono di tutto rispetto, soprattutto il panteistico Images Of Flute In Nature dove approfondisce le sperimentazioni precedenti ma con pulsazioni meditative più distese e pacate. Un'altra costola dei Brainticket è poi rappresentata dal progetto Drum Circus, dove accanto al solito Vandroogenbroeck c’è anche il batterista Peter Giger dei Dyzan, altra formazione tedesca di notevole suggestione, pionera insieme agli Embryo del più originale jazz-rock-etnico degli anni Settanta. Magic Theatre, l'unico album pubblicato nel 1971, è un ennesima perla di una medesima poetica a cavallo tra occidente ed oriente, elettronico ed acustico, folk e jazz. L’unica altra band svizzera di quell’epoca degna di nota sono i Krokodil, dediti ad un robusto rock-blues psichedelico supportato anche dall’utilizzo del sitar, formula che raggiunge il vertice espressivo nei 15 minuti di Oddyssey In Om, contenuto nel loro capolavoro An Invisible World Revealed del 1971. L’influenza della musica indiana è del resto sempre presente nei loro dischi grazie anche alla presenza delle tablas e del flauto…che disegnano momenti d’intenso edonismo che si alternano a momenti più aggressivi dove le parti chitarristiche possono essere memori del sound West Coast di Grateful Dead o Country Joe & The Fish e si omegenizzano perfettamente con un’onnipresente armonica sempre in grande spolvero. 

 (a cura di Andrea Maria Simoniello)


Discografia 


 Brainticket

Cottonwood Hill 1971
Psychonaut 1972
Celestial Ocean 1974
Voyage 1980
Adventure 1982 

  
Joel Vandroogenbroeck 
  
Images Of Flute In Nature 1978


Drum Circus

Magic Theatre 1971

Krokodil

Krokodil 1969
Swamp 1970
An Invisible World Revealed 1971
Getting Up For The Morning 1972
Sweat Up For The Morning 1973



giovedì 24 ottobre 2013

Andergraun Vibrations/ Spanish Hard Psych & Beyond 1970-1975


 Il 1 aprile del 1939 terminava ufficialmente la Guerra Civile Spagnola, dopo che l'estrema difesa delle forze repubblicane capitolò in maniera definitiva con la resa di Valencia. Sarebbe iniziata per il popolo spagnolo la difficile fase storica della dittatura, terminata solo nel 1975 con la morte dello stesso gerarca Franco. Durante la Seconda Guerra Mondiale la Spagna alternò la completa non-belligeranza e una quasi totale neutralità all'aiuto militare nei confronti dell'Asse, in particolar modo sostenendo la causa tedesca a partire dal 1943, quando già si iniziò a percepire che le operazioni belliche stavano volgendo a favore degli Alleati. A ostilità concluse, proprio in virtù di questa partecipazione in "sordina", affianco però della sconfitta Germania, la Spagna si vide imposta dalle nazioni vincitrici un "isolamento" di portata internazionale, che si realizzò concretamente attraverso l'istituzione di un severo "embargo" e l'esclusione dalle Nazioni Unite (Onu). L'isolamento spagnolo terminò nel 1953, quando le crescenti tensioni della Guerra Fredda costrinsero il governo statunitense a cercare nuovi appoggi in Europa, trovando nell' anti-comunismo di Franco un prezioso e ideale alleato. Questo nuovo sodalizio diplomatico comportò diversi accordi di natura economica e nello stesso anno furono firmati anche diversi trattati che permettevano l'apertura di basi militari statunitensi in Spagna, nell'ottica della delicata strategia anti-sovietica. Tra queste, le più importanti furono la Rota Naval Station inaugurata proprio nel 1953 a Cadiz, e l'Air Base a Zaragoza, che sarebbe stata attiva dall'anno successivo. Gli aiuti economici degli Usa consentirono alla Spagna di raggiungere un incredibile sviluppo, noto storicamente come "miracolo Spagnolo"(el desarrollo), ma sul piano strettamente culturale però il "franchismo" significò comunque (e sempre) fare i conti con un clima di ostile "chiusura" verso l'esterno, che si radicalizzò in una rigida censura verso le più disparate attività politiche, sociali,artistiche, musicali, cinematografiche etc...soggette a intransigenti controlli e spesso completamente vietate. Dunque, quando alla fine degli anni Sessanta esplose il movimento psichedelico tanto in America che in Europa, la Spagna non si trovava di certo nelle condizioni favorevoli per sviluppare, in campo musicale, tutto un coacerbo di idee e innovazioni che interessarono invece, e specialmente, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Germania.


Sarebbe stato impossibile per la Spagna, sotto quel particolare "clima", il concepimento di qualcosa che anche da lontano avrebbe potuto dialogare con le pioneristiche sonorità della West Coast, del kraut-rock teutonico o della psichedelia inglese, ovvero i paralleli "elettro-acustici" più suggestivi e originali della contro-cultura mondiale. Tuttavia, se in Brasile, nonostante un regime dittatoriale, fu addirittura possibile qualcosa di decisamente "altro" con il movimento culturale del Tropicalismo, in Spagna non ci furono radicali e significative "religioni per la mente", ma di certo, al di là della repressione franchista, arrivò anche lì un po' di quel vento di cambiamento, che Eric Burdon celebrò nella mitica Winds Of Change del 1967. Proprio all'interno di quella "vergognosa presenza americana" sul territorio spagnolo, ovvero l'operosità delle basi militari, è da ricercare (come alcuni documentari hanno ben evidenziato) un possibile motore di scambio culturale, l'apertura di qualche spiraglio per le novità d'oltreoceano. Basterebbe un minimo sforzo per immaginare la spontaneità della scena attraverso la quale un militare americano (o di altro paese europeo), proponendo, durante i momenti di congedo, un disco di Jimi Hendrix, dei Velvet Underground, degli Stones o di qualche gruppo garage, a qualcuno della popolazione locale, semina il germe di un nuovo verbo in un terreno vergine, ma pronto ad essere fertilizzato. Lo stesso ragionamento andrebbe fatto per quanto riguarda le nuove mode e stili dell'abbigliamento, anch'essi pronti a diffondersi lentamennte, come anche le nuove letterature beat (Ginsberg, Burroughs, Kerouac) o "lisergiche" (Huxkley e Leary), che iniziano, di "nascosto", a smuovere un sempre più feroce passatismo culturale. Solo così capiremmo come anche la Spagna franchista, dopotutto, fu leggermente scossa dalla rivoluzione culturale psichedelica. L'antologia Andergraun Vibrations: Spanish Hard Psych And Beyond 1970/1975 edita nel 2005 su vinile dalla Hundergrum Records (e ampliata nel 2007 su cd con riferimento fino al 1978) rappresenta la principale testimonianza di quel "ribelle" fervore creativo, un prezioso documento che ci restituisce il fascino di quella nuova brezza musicale che spirava in terra iberica, che probabimente trovò maggior campo aperto in Andalucia, che aveva già consacrato il flamenco di Camaron e Paco De Lucia, e nell'incanto "cristallino" di Ibiza, anche se alcune delle formazioni inserite provenivano da Barcelona, Madrid o Valencia, e molte di esse si eprimevano in spagnolo o catalano, tanto per veicolare il loro messaggio in patria quanto per affermare una propria dignità artistica.Nella raccolta spicca su tutto il volo della jam elettrica Ad Lib (parte 2) degli Ibiza Sound, che appare anche nell'omonimo 45giri del 1971, l'unica pubblicazione dell'epoca della band, come anche il brano No Hay Tiempo Para Perder degli Skorpis del 1973 (in entrambi i brani si distigue un pregievole flauto). Ibiza fu un centro importante della cultura hippies europea, e non ha caso fu lo scenario ideale per la pellicola More di Barbet Schroeder del 1968, uno dei massimi capolavori del cinema underground dell'epoca, magistralmente musicato dai Pink Floyd. Orientativamente le vibrazioni "andergraun" spagnole si rifanno maggiormente ad un duro hard-prog psichedelico di stampo americano, con interessanti divagazioni verso il rhythm and blues o il garage, con soluzioni non sempre eccezionali ma godibili. I modelli principali sembrano essere formazioni come Steppenwolf, Jefferson Airplane, Iron Butterfly, H.P Lovecraft, Spirit, Animals, Blues Magoos o Tean Years After, senza tralasciare chiari accenti hendrixiani. Ma al di là dei singoli contenuti e di qualsiasi giudizio qualitativo, ciò che va elogiato del sound di queste oscure formazioni, dovrebbe essere piuttosto lo spirito, l'anelito verso il cambiamento; psicologico, culturale, sociale e per "transitività", politico e storico. Lo dimostra l'emblematica scritta del retro copertina "Necesito Expansionarme...No Concibo Vivir Asi" e l'"indole giocosa" di alcuni inserti vocali posti a fine o inizio brano... uno recita "mama... no te das cuenta, si te dejan sola, te pones a hacer psicodelia"...e un altro: "esta es una nacionalización psicodélica muñeca...".
Ma l'attesa per un "nuovo vivere" sarebbe stata più lunga nonostante molteplici grida di speranza...
Il 20 Novembre del 1975 Franco morì e la Spagna si preparava finalmente a voltar pagina... Il disco Nuevo Dia del duo flamenco Lole Y Manuel di quell'anno salutava simbolicamente l'avvento di una nuova stagione culturale...nella quale il popolo spagnolo avrebbe conosciuto meglio ciò che in altri luoghi del mondo era già stato conosciuto e metabolizzato...e questo attraverso la sua particolare anima... una fermezza di calore umano e gioiosità i cui influssi positivi sono tutt'oggi percepibili.


 (a cura di Andrea Maria Simoniello)