giovedì 3 ottobre 2013

Jon Hassell - Aka-Darbari-Java/Magic Realism 1983


“Come nel video, dove la tecnica dell’ «incrustation» (keying in) permette d’inserire o cancellare elettronicamente qualunque sfondo senza ledere il primo piano, è ormai possibile d’utilizzare il suono reale di musiche d’epoche e d’origine differenti dentro il quadro di una medesima composizione. Questo segna una svolta nella storia. Una tromba, ramificata dal computer in un coro di trombe, ricalca certi motivi del raga DARBARI sopra delle percussioni senegalesi registrate a Parigi...Un mosaico di frammenti «empruntés» (presi in prestito) da una orchestrazione hollywoodiana esotica degli anni cinquanta si designa nello sfondo (come una tessitura sonora identica ad una “Mona Lisa” che, in gran piano, si rivela essere composta da minuscole riproduzioni del Taj Mahal)...L’invocazione secolare d’un Pigmeo AKA della foresta centroafricana trasposto in sequenze d’accordi mai compresi prima, si eleva nel mezzo di cascate “gamelanesche” nate dalla moltiplicazione di un’unica “istantanea numerica” (digital snapshot) d’uno strumento suonato nell’isola indonesiana di JAVA, all’altra estremità del mondo...Una musica dunque auto-referenziale, cui certi lunghi passaggi sono legati o generati da passaggi più corti, non è senza punti comuni con la musica classica bianca del passato...AKA-DARBARI-JAVA/Magic Realism è una proposta per una musica classica «métissée » (coffee-colored) del futuro, nello stesso tempo in termini d’adozione di modalità d’organizzazione strutturale interamente nuove (suggerite dalla possibilità di ricomporre punto per punto un’immagine sonora o videografica con il computer), e in termini d’espansione d’un vocabolario musicale (limitato fino qui) permettente nel definire questa struttura, proposizione che lascia cadere la maschera ascetica che la tradizione eurocentrica ha sempre associato a l’espressione seriosa ”. E’ dunque sufficiente leggere le poche ma significative “note di copertina”per essere introdotti nell’immenso Aka -Darbari-Java , che segna, dopo il progetto Fourth World con Brian Eno del 1980 (Possible Music e Dream Theory In Malaya), un'altra tappa fondamentale del percorso mistico e visionario del compositore e trombettista statunitense Jon Hassell, iniziato con Vernal Equinox del 1977. Collaboratore di La Monte Young e Terry Riley, da cui eredita il fascino per le sequenze mantriche di natura orientale, la sua ricerca a cavallo tra jazz, world music e elettronica giunge forse qui al suo significato più profondo...per sempre sepolto nei corridoi dell’ ignoto e carico di mistero. Quello che propone Hassell all’ascoltatore è puro movimento...tutto qui è movimento...lievitazione in uno spazio immaginario dove anche ritmi incalzanti contribuiscono a nascondere qualsiasi referenza col reale. La sua tromba è in continuo viaggio con il vento...è impalpabile...invisibile...rimane sempre un “fantasma”...un demiurgo che plasma la materia sonora...la converte da solida a gassosa...ma permane piuttosto nello stato intermedio...qui è tutto un liquido...un flusso di acque sonore come nei dipinti mobili di Tarkowski...non rimane che fluttuare in un impero infinito...vedendo accrescere la propria coscienza.

(a cura di Andrea Maria Simoniello)


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